Videogiochi d’azione: stimolano il cervello e migliorano le competenze

I videogiochi hanno degli effetti benefici sul cervello. Sono anni che ricerche su ricerche attestano la positività di numerosi divertimenti digitali nei confronti delle nostre capacità e l’ultima di queste è made in China. I ricercatori del Politecnico di Chengdu hanno pubblicato su “Nature Scientific Reports” i risultati di uno studio in cui rivelano che l’assidua dedizione ai videogiochi d’azione sembra sviluppare una connessione più stretta fra determinate aree del cervello. Si tratta del collegamento fra le zone cerebrali associate all’attenzione e quelle che si occupano del controllo senso motorio, dunque della coordinazione fra l’occhio e la mano.

Il Politecnico di Chengdu si è concentrato sul piano neuroscientifico e su quello comportamentale. Sul primo ha assodato che l’uso assiduo di videogiochi d’azione può aumentare il volume della materia grigia in alcune aree del cervello che hanno a che fare con la gestione di vari aspetti del gioco mentre sul secondo ha dimostrato che gli aficionados del joystick hanno una capacità di attenzione selettiva sui compiti richiesti, prestazioni di coordinamento oculo-motorio migliori rispetto a chi gioca solo occasionalmente, miglior risoluzione spaziale della visione e sensibilità al contrasto.

La risonanza magnetica funzionale condotta su 27 giocatori esperti (campioni regionali o nazionali) e 30 occasionali ha mostrato che negli esperti era molto aumentato il livello di connettività fra la regione dell’insula anteriore (processi attenzionali) e dell’insula posteriore (coordinamento occhio-mano). Ecco confermato dunque come l’utilizzo frequente di videogiochi stimoli la plasticità neuronale e l’integrazione funzionale nelle diverse regioni dell’insula. Lo studio cinese non si ferma qui, ma si propone di continuare ad approfondire la materia analizzando più giocatori e più esperienze di gioco.

Le leggende metropolitane sono sempre dure a morire e quelle sui videogame non fanno eccezione, ma l’impegno costante della ricerca sta rendendo la vita sempre più dura alle credenze che imputano a questo tipo di svago la violenza, la depressione e la dipendenza giovanile. La Radboud University olandese ha spiegato in una ricerca che i media ignorano i passi avanti fatti dai videogiochi negli ultimi anni e che gli individui che si dilettano con questo tipo di passatempo interattivo ne possono trarre benefici.

Due di questi sono il rafforzamento della propria autostima e l’imparare il valore della persistenza. I giocatori devono risolvere problemi e accumulare esperienza per completare le missioni di gioco con successo e questo li porta a comprendere che l’intelligenza è incrementale, ossia aumenta nel tempo. Oltre a risolvere situazioni momentanee, devono affrontare il livello di difficoltà crescente, guadagnando sempre nuove competenze e dunque aumentando la propria motivazione. Il raggiungimento di questo status deriva in parte dalla pratica e dall’esperienza, ma anche dallo studio e frequentazione di forum di settore, che permettono di scambiare idee e consigli con altri utenti. Quando ci si confronta con altri giocatori è facile individuare le proprie lacune, talvolta colmabili con l’apprendimento.

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La stessa cosa vale per il poker sportivo. Nonostante ci siano voluti anni per sfatare la credenza che il poker fosse un gioco di fortuna, questa verità sta entrando nelle coscienze degli appassionati, grazie soprattutto alle testimonianze dei professionisti. Come quella di Luca Pagano, asso del team PokerStars, che in una recente intervista spiega come la matematica sia alla base delle migliori scelte fatte dai giocatori nel corso di un torneo. La dea bendata può insomma farci vincere una mano, al massimo un torneo, ma non ha certamente il potere di guidare carriere milionarie e longeve, ed è per questo che per essere bravi nel poker come nei videogiochi servono di tutorial e guide presenti in rete, pratica e confronto con i migliori. Ogni passo in avanti ci ricorderà l’impegno e la dedizione vissute e rafforzerà la nostra autostima.

La stessa ricerca olandese sottolinea che, la maggior parte delle volte, i videogiochi sono praticati per divertirsi e migliorare il proprio umore e non c’è niente di male a personificarsi nell’eroe o nel personaggio che, perseguitando valori positivi, genera orgoglio e realizzazione. Tali valori, infatti, saranno replicati nella quotidianità e aiuteranno a combattere quelli negativi.

La scienza mette quindi in evidenza che i videogiochi, troppo spesso demonizzati dai media generalisti, possono avere molteplici effetti positivi (a livello mentale, sociale e persino fisico), soprattutto se sono affrontati con il giusto approccio, volto al miglioramento dei propri risultati e prestazioni, che possono modificare e rafforzare persino le nostre connessioni cerebrali.